5G, Bruni da Legambiente: “Verifiche scientifiche in corso”

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SAN BENEDETTO – Il 5G fa male? Essendo un dispositivo a onde certamente va a ledere il corpo umano quanto il telefonino, se non di più. A tal proposito però, considerando che in Riviera non è ancora attivo ma prenderà il via solo nel 2026, oggi che è in corso la valutazione dell’adeguamento delle linee, il dibattito tra i favorevoli e i contrari ha riacceso la polemica sui danni da esposizione alle onde dei cellulari.

Legambiente interviene e per bocca del suo presidente Sisto Bruni fa sapere: “Noi abbiamo stilato durante l’ultima riunione una relazione in base alle informazioni raccolte da un nostro iscritto su Internet, ma che può essere fuorviante e, tra chi era a favore e chi contro, eravamo in disaccordo anche al nostro interno sul da farsi”.

È prevalsa però la linea della responsabilità: “abbiamo preparato una lettera da spedire a tutti i sindaci del Piceno invitandoli per scopo precauzionale a non istallarlo. Ma il nostro referente regionale ci ha detto di sentirci con il Comitato scientifico nazionale di Legambiente che collabora con tecnici di esperienza. Quindi abbiamo congelato la lettera in attesa di sentire Catiuscia Eroe, la nostra scienziata a Roma”.

Tutto questo allarmismo circa il fatto che il 5G faccia male e sia cancerogeno, è suffragato dallla considerazione che esso danneggia i tessuti molli, come il cervello, il cuore, i polmoni: infatti anche il cellulare a lungo andare, se usato male, può essere nocivo. Il 5G è più potente, perché ha una frequenza più alta e più corta e come onda è più penetrante, ci sarà qualcosa da monitorare. Presto ci saranno informazioni più chiare e scientificamente supportate, dopo la riunione del direttivo di Legambiente del 5 dicembre.

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