Al “Cotton Club” prosegue il ciclo di appuntamenti per festeggiare il suo trentennale

ACSOLI – Prosegue ad Ascoli la stagione dedicata agli amanti della musica jazz internazionale, volta a festeggiare il   trentesimo anno di vita di un autentico tempio del jazz. Parliamo del ciclo di appuntamenti proposti dallo storico Cotton Club, oggi presieduto da direttore artistico Emiliano D’Auria, accanto ai membri storici: il presidente onorario, deus ex-machina Sergio D’Auria, il presidente dell’associazione Ivo Costantini, gli inossidabili Aldo Premoli, Ginetto Melchionna e Diddi Diomede.Ad arricchire il cartellone di eventi, tutti dedicati a territori navigati dal linguaggio musicale offerto dal jazz con escursioni dirette ora verso la tradizione, ora verso nuovi percorsi, sarà una serata di grande atmosfera, prevista il prossimo 22 novembre.

La serata live attesa all’Auditorium del “Cotton Lab”, in via del Commercio, alle ore 21 e 45 ospiterà il celebre pianista Antonio Faraò Trio, artefice di un concerto di altissimo livello, in cui sarà accompagnato da Pat Senatore al contrabbasso e da Mike Barker alla batteria. Faraò è una autentica punta di diamante del panorama jazz mondiale, ammirato da Herbie Hancock e al fianco dei più prestigiosi artisti: Joe Lovano, Didier Lockwood, Miroslav Vitous, Jack Dejohnette, Chris Potter, Benny Golson, Ivan Lins. Il musicista è da annoverare tra i nomi europei che hanno raggiunto uno standard espressivo pari a quello dei grandi americani. Il suo stile è inconfondibile: una brillantezza tecnica con un impetuosa carica emotiva, una notevole vena compositiva e un travolgente senso ritmico. E’ reduce da un prestigioso tour in cui era riuscito a riunire dopo 20 anni il gruppo “Black Inside”, con Jeff “Tain” Watts e Ira Coleman.  Faraò ha ricevuto nel 1998 il più importante dei riconoscimenti: il primo premio al “Concorso Internazionale Piano Jazz Martial Solal”, indetto dalla Città di Parigi. Un evento che ha lanciato Faraò ancora di più nei circuiti europei della musica contemporanea, portandolo ad incidere, dopo alcuni dischi prodotti in Italia, vari album da leader per l’importante etichetta tedesca Enja Records, compreso il disco “Black Inside”appunto, risalente al1998.

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