Boom di turisti alla mostra Cola d’Amatrice. Castelli: “Siamo orgogliosi”

ASCOLI PICENO – Le festività pasquali hanno fatto registrare il pieno di turisti ad Ascoli Piceno, grazie e soprattutto alla mostra Cola d’Amatrice fra Pinturicchio e Raffaello, inaugurata lo scorso 17 Marzo. Circa 1000 i visitatori che nelle giornate di Sabato, Domenica e Lunedì hanno ammirato i capolavori presenti nell’esposizione allestita all’interno della Pinacoteca Civica e della Sala Cola dell’Amatrice.

“Siamo orgogliosi che un numero così elevato di persone abbia visitato la prestigiosa mostra dedicata a Cola dell’Amatrice – dichiara il sindaco Guido Castelli -. Tuttavia questi numeri non ci sorprendono visto che abbiamo lavorato molto affinché venisse scelto un artista importante che ha dato molto ad Ascoli Piceno. I tanti turisti che hanno affollato la nostra città nel periodo pasquale testimoniano sempre di più come Ascoli stia diventando un riferimento per gli amanti dell’arte, della cultura e dell’enogastronomia, peculiarità caratterizzanti del territorio piceno”.

“La mostra su Cola è stata sicuramente un grande successo durante le festività pasquali appena trascorse – afferma il direttore dei Musei Civici di Ascoli Piceno nonché curatore dell’esposizione Stefano Papetti -. Infatti, Sabato 31 Marzo sono stati 200 i visitatori, a Pasqua si è saliti a 280, per arrivare poi al giorno di Pasquetta in cui in 500 hanno goduto della bellezza delle opere presenti nella Pinacoteca Civica e nella Sala Cola dell’Amatrice, quest’ultima per la maggior parte dei turisti è stata una vera e propria scoperta, visto che non la conoscevano. Inoltre, nelle medesime giornate, in 450 hanno visitato il Forte Malatesta. Un aspetto che ci tengo a sottolineare è la presenza crescente ad Ascoli di persone provenienti dal Nord Italia e più precisamente dalla Lombardia”.

Lo stesso professor Papetti ricorda che Giovedì 5 Aprile un centinaio di studenti del liceo scientifico di San Ginesio visiteranno la Mostra “Cola dell’Amatrice, fra Pinturicchio e Raffaello” e, a seguire, il laboratorio di restauro dell’Unicam.

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