Castelli attacca Ceriscioli: “Siamo ancora in piena emergenza e lui politicizza il sisma”

ASCOLI PICENO – Le dichiarazioni del presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, ad un anno dal terremoto hanno provocato la reazione del sindaco di Ascoli Piceno Guido Castelli.


“Il governatore nega l’evidenza di un clamoroso fallimento che è sotto gli occhi di tutti e che lo riguarda direttamente
– afferma il primo cittadino in una nota ufficiale -. Con questo atteggiamento negazionista, offende la sensibilità delle migliaia di marchigiani ancora deportati sulla costa, ancora in attesa delle verifiche sulla propria casa e ancora in attesa di vedere sgomberate le macerie”. Dopo un anno le Marche sono in piena emergenza: meno del 9% delle macerie rimosse, consegnate appena 42 casette su 1856 e ancora 13.449 verifiche da effettuare, in primis proprio ad Ascoli. “Una sconfitta della Regione ancora più evidente – contiuna Castelli – se ci si azzarda a fare un paragone con la gestione dell’emergenza nel sisma de L’Aquila da parte del Governo Berlusconi. Nel 2009 nel cratere aquilano, in poco più di tre mesi, furono realizzate 5.653 abitazioni, 4.449 in muratura, 1.204 in legno per circa 25 mila sfollati. Se quindi negare l’evidenza risulta essere la tecnica di un Ceriscioli che cerca recuperare il consenso perduto, risulta ancora più necessario evitare ogni forma di ulteriore politicizzazione del terremoto”, evidenzia con durezza il primo cittadino ascolano che poi rincara la dose: “La vicenda delle stalle non consegnate prima dell’invernata, gli insulti alle terremotate, la distribuzione farlocca degli sms solidali e la vicenda dello stretto congiunto della vice presidente regionale Anna Maria Casini chiamato a coordinare alcune delle principali attività del terremoto, sono solo alcuni degli scivoloni più eclatanti collezionati da Ceriscioli di cui ne parla tutta Italia”.

L’attenzione di Castelli è volta poi al successore di Vasco Errani nel ruolo di commissario per la gestione dell’emergenza. “Si vocifera che voglia delegare specifiche responsabilità sul fronte della gestione del sisma a illustri esponenti del Partito democratico, usciti malconci dalle recenti elezioni amministrative. Si parla di Giulio Silenzi in particolare, ma la politica deve essere ben lontana dalla borsa che contiene i denari della ricostruzione – sostiene il sindaco ascolano -. Anche solo per allontanare il sospetto che vi sia una gestione che, nel dramma, distingua tra figli e figliastri. Il momento è delicatissimo”. Dopo le dimissioni di Errani il Governo dovrà ora scegliere un nuovo modello di governance. I sindaci e lo stesso presidente dell’Anci Antonio De Caro hanno chiesto che vi sia un ridimensionamento del ruolo delle regioni, una maggiore valorizzazione dei sindaci e, finalmente, l’individuazione, ai vertici della struttura commissariale, di soggetti di alta caratura professionale e tecnica. “Confidiamo che il premier Paolo Gentiloni – chiosa Castelli – voglia accogliere questo appello e non cali dall’alto una scelta non condivisa. Abbiamo bisogno di figure che lavorino esclusivamente per il terremoto e che siano espressione di imparzialità e capacità operativa. Solo così potremo pensare di cambiare marcia e recuperare un po’ del terreno irrimediabilmente perso in questo anno orribile”.

Print Friendly, PDF & Email

Articolo Precedente

Capriotti (Pd) interroga il sindaco Piunti sul Cocktail Summer Festival

Articolo Successivo

Piunti e Pignotti verso "Everest017" sotto il segno di Gasparri