Cna, -311 imprese rispetto al 2018. Aumentano le domande di disoccupazione

ASCOLI – Un territorio che resiste ma che non riesce ancora a scrollarsi di dosso il fardello della crisi globale, aggravata dalle vicissitudini legate a quello che di negativo è capitato in questi ultimi anni qui. La Cna di Ascoli, grazie ai dati elaborati dal Centro studi della Cna Regionale delle Marche, fa il bilancio del lavoro artigiano e dell’occupazione nel Piceno per il 2019.

Fra i tanti, il dato probabilmente più allarmante riguarda il lavoro. Tre anni a confronto. E il risultato è negativo. Nel 2017 l’Inps provinciale aveva ricevuto 7.619 richieste di Naspi, ovvero di sussidio per chi era rimasto senza lavoro. Nel 2018 questo numero si era quasi dimezzato (4.000 in tutto). Nel 2019 è invece schizzato a 8.100 domande. Più del 2017 e più del doppio del 2018. “Lavoro regolare, corretto ma flessibile, che consente a piccole e medie imprese di garantire comunque occupazione – spiega Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli – Questo ha fatto sentire pesantemente il suo peso sull’occupazione. Pensiamo in primis al Jobs act. A testimonianza che pil e occupazione, nei nostri territori, devono essere mirati e tarati non certo sulle grandi imprese ma sulle piccole e micro. Perché sono loro a fare la differenza fra sviluppo e recessione”.

Situazione non certo migliore per la tanto decantata “Quota cento”. Nel Piceno, nel corso del 2019, sono state presentate 839 domande di pensionamento “Cento”. E di queste, oltre 700 hanno riguardato dipendenti pubblici o dipendenti di imprese provate. Appena il 20 per cento delle domande hanno invece riguardato gli autonomi. “A fronte di quasi mille persone fuori dal lavoro – aggiunge Luigi Passaretti, presidente della Cna di Ascoli – invece di vedere nuove assunzioni registriamo più di 4mila persone che richiedono il sussidio di disoccupazione. Le misure, quindi, non sono adeguate al nostro tessuto imprenditoriale. E’ la realtà che noi , in primis, come associazione di tutela e rappresentanza, testimoniamo e denunciamo. A nome, e con grande rammarico, per coloro che cerchiamo di rappresentare”.

Per il reddito di cittadinanza, invece, sempre nel corso dell’anno che si chiude, le domande di sostegno presentate sono state 4.400. Solo 1.900, quindi meno della metà, quelle accolte e che quindi hanno prodotto un reale sostegno al reddito di persone e famiglie in difficoltà.

Al 30 novembre 2019 le imprese attive nella provincia risultavano 20.777, quindi 311 in meno rispetto allo stock di fine 2018 (21.088). In termini percentuali, la perdita equivale al -1,5%, più marcata rispetto al -0,9% delle Marche nello stesso periodo.

Le perdite maggiori in termini assoluti di imprese attive nel 2019 (nei primi 11 mesi dell’anno) riguardano il commercio (118 imprese in meno), le costruzioni (-84), l’agricoltura silvicoltura e pesca (-68) e le manifatture (-61). E’ importante sottolineare che per alcune attività di servizio ad alto contenuto di conoscenza, ma non solo, le imprese aumentano invece di numero: +24 le attività professionali scientifiche e tecniche, +19 le attività immobiliari, +16 le imprese del settore noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese.

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