Coronavirus, D’Ercole: “Il valore di questa crisi ci costringe a pensare al senso della vita”

ASCOLI- Una nuova riflessione del Vescovo di Ascoli Giovanni D’Ercole sulla drammatica situazione che si sta vivendo.

“Da qualche settimana siamo sottoposti a un radicale cambiamento di stile di vita e nulla, dopo questa crisi, sarà più come prima. Un essere impalpabile ci ha presi in ostaggio, ci ha obbligati a vivere in quarantena, ci fa restare tappati in casa per sconfiggerlo. Niente abbracci, niente visite, niente strette di mano, niente bar, niente sport o passeggiate con gli amici, niente scuola e nemmeno più la possibilità di pregare insieme in chiesa. Anche la messa, cuore della vita dei cristiani, per ora ci è tolta. Chi poi lo prende questo virus, è forzatamente rinchiuso nella sua solitudine e se muore, non può contare nemmeno sull’abbraccio dei suoi cari più amati. Il Coronavirus sembra obbligarci a cambiare vita, ma a questo non siamo abituati e con tutte le forze reagiamo alla prepotenza della solitudine” dice D’Ercole.
“Riscopriamo la bellezza di guardarci, parlarci senza toccarci, pregare insieme e sperare che passi presto questa quaresima diversa da tutte le altre. Lottiamo contro il virus dell’odio mediatico che si scatena nei social quasi per scaricare la propria rabbia repressa. Non entriamo nel partito degli Hater che iniettano, protetti dall’anonimato, una pericolosa aggressività repressa nella rete che in questo tempo è l’unico spazio per comunicare che ci resta davvero, e che anzi può ancor più essere utilizzato e valorizzato. Così, i media, visti spesso come strumenti pericolosi, in questo mese diventano compagni di viaggio preziosi per studiare, per mantenersi aggiornati, per pregare, per coltivare la fiducia in futuro migliore. Il nemico che ci troviamo a combattere non è solo il Coronavirus ma soprattutto la paura, il panico” prosegue D’Ercole
“Abbiamo bisogno di speranza, di sentirci rassicurati da una presenza che cerchiamo in tutti i modi attorno a noi. Il valore di questa crisi ci costringe così a tornare alle domande sul senso della nostra vita e fa emergere il nostro io in tutta la sua esigenza di significato. Perché tutto questo? Se proviamo a trasformare questa domanda in “Per chi fare tutto questo?” e cerchiamo insieme la risposta ci ritroveremo distanti ma uniti, cioè disposti a fare sacrifici insieme per un futuro migliore per tutti” conclude.
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