Coronavirus e fake news: un binomio da rompere. Proviamo a fare ordine

ASCOLI PICENO – In queste settimane di preoccupazione collettiva ed ansia diffusa, dove si monitorano i primi contagi e la curva ascendente della parabola degli infetti, si sta assistendo al vocazione “tuttologa” di tanti, troppi che si stanno mostrando pronti a speculare (a modo) a modo loro, millantando competenze inconsistenti. Proviamo, perciò, a smontare alcuni dei “tormentoni” circolati finora.

La vitamina C ed i suoi poteri curativi.

La voce arrivata tramite file-audio nelle varie chat consigliava un uso quotidiano per tutti: dai bambini agli anziani.

Smentisco nella maniera più assoluta – dice Andrea Gori, direttore Malattie infettive del Policlinico di Milano –. Nessuna vitamina C, nessuna terapia con integratori. In questo momento – precisa lo specialista, fra i camici bianchi in trincea contro l’emergenza – non esiste una profilassi efficace per il coronavirus“. Sulla stessa lunghezza d’onda Fabrizio Pregliasco ( virologo dell’Università Statale di Milano): “È ovviamente una notizia falsa. Certo, come si sa già da anni, la vitamina C ha funzione antiossidante ed è adiuvante, può aiutare, ma certo non può curare né prevenire il coronavirus”.

L’acqua calda, il trascorrere del tempo al sole o l’evitare la consumazione di bevande col cubetto di ghiaccio:

“La soluzione dell’acqua calda è un’assurdità, forse frutto – dice Susanna Esposito, presidente Waidid – dell’idea che con il caldo si tende a ridurre la diffusione di molti patogeni respiratori. Stare al sole fa bene perché aumenta la sintesi di vitamina D, ma contro i coronavirus non ha effetto. Privo di fondamento l’appello ad evitare il ghiaccio: Piuttosto, è bene lavare accuratamente e spesso le mani con acqua e sapone o con soluzioni alcoliche”.

L’uso di antibiotici per combattere la possibile infezione, la corrispondenza (o pacchi) come veicolo privilegiato per contrarre il virus o il consumo di aglio per combattere il virus:

“Questi – rileva l’Issnon sono efficaci nella prevenzione e nel trattamento del nuovo coronavirus, perché non funzionano contro i virus, ma solo contro i batteri. Covid-19 è, per l’appunto, un virus e quindi gli antibiotici non vengono utilizzati come mezzo di prevenzione o trattamento, a meno che non subentrino co-infezioni batteriche. Da precedenti analisi  – per quanto riguarda i pacchi o la posta – sappiamo che in funzione del tipo di superficie e delle condizioni ambientali il virus può resistere da poche ore a un massimo di alcuni giorni. L’aglio è un alimento sano che può avere alcune proprietà antimicrobiche. Tuttavia, non abbiamo evidenze scientifiche che il consumo di aglio protegga dalle infezioni con il nuovo coronavirus Sars-CoV-2.”

Gli animali come vettori del virus:

Ricerche approfondite – dice sempre l’Istituto Superiore di Sanitàhanno dimostrato che sia il coronavirus Sars che il coronavirus Mers derivavano da virus animali e sono diventati patogenici per l’uomo. Diversi coronavirus noti circolano negli animali, ma non provocano patologie nell’uomo. Non risulta rischio che il Sars-CoV-2 possa essere trasmesso da animali domestici.”

Usare un solo paio di scarpe per uscire di casa, il virus vive 9 giorni sull’asfalto! :

È vero, il virus può sopravvivere – dice Pregliasco qualche giorno, ma con una carica virale irrisoria. La sporcizia, ovvero il substrato organico, può in qualche modo facilitare la sopravvivenza del microrganismo, ma è davvero irrisoria la quota che può essere portata dalle scarpe. Inoltre, questi virus sopravvivono sulle superfici laddove non vengano esposti a disinfezione ma anche elementi colme sole, pioggia, intemperie.” L’atteggiamento da tenere, perciò, è la pulizia personale e degli ambienti.

Non comprate Amuchina, basta la candeggina diluita in acqua:

Questo tormentone – indotto, in parte, dallo spropositato aumento del prezzo dei sanificanti – ha portato l’Oms a divulgare la vera “ricetta” per provare a produrne uno fatto in casa: vanno usati circa 8,3 litri di alcol etilico al 96%, 420 millilitri di acqua ossigenata al 3% e 145 millilitri di glicerolo al 98%, portando poi la soluzione risultante al volume di 10 litri con acqua sterile. L’acqua da utilizzare deve essere distillata o fatta bollire e poi fatta raffreddare. Il contenitore può essere di plastica o vetro, mentre la soluzione può essere mescolata con attrezzi di plastica, metallo o legno.
La candeggina no, non risulta utile per questa evenienza.

Il più delicato da affrontare forse riguarda la massiccia diffusione di audio di infermieri operanti nei presidi ospedalieri maggiormente colpiti all’insorgere dell’epidemia. La paura era quella di non avere abbastanza posti letto per le terapie intensive, da lì si é arrivati al concetto di “selezione naturale darwiniana”…

Questa criticità emersa ha portato il Niguarda di Milano a diramare una nota con questo contenuto:

“Nei giorni scorsi sono circolati messaggi social e audio su WhatsApp che descrivevano scenari non corrispondenti al vero in merito alle situazioni nelle rianimazioni di alcuni ospedali lombardi dove si curano i pazienti affetti da coronavirus. Non è vero che lasciamo morire i pazienti, non è vero che non intubiamo i pazienti anziani, non è vero che scegliamo chi curare in base all’età; se volete fare la vostra parte attenetevi alle raccomandazioni anti-contagio e non diffondete le fake“.

La lista sarebbe ancora lunga: “sfatare il falso mito sul fatto che i bambini trasmettano il contagio più facilmente, non sono untori.” (Usuelli, Fondazione Irccs Policlinico di Milano); la sanificazione notturna tramite elicotteri, il test quotidiano per l’autodiagnosi e l’ultima notizia direttamente smentita dal Ministero dell’Interno

 

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