Dentro le sofferenze attuali del mondo dello spettacolo piceno

ASCOLI – Sono tanti i comparti in sofferenza, alcuni, più di altri, godono di scarsa attenzione o, nella migliore delle ipotesi, non riescono ad aver voce nel raccontare come stanno reagendo e fronteggiando questa particolare difficoltà. Abbiamo raggiunto tre persone che operano storicamente nel nostro territorio ed abbiamo chiesto loro di raccontarsi.

Christian Mosca

Siamo parecchio provati da questa situazione. Tutti gli spettacoli che erano previsti da Maggio in poi sono stati cancellati. Avevamo acquistato i diritti di “Pinocchio” e volevamo portarlo in scena, anche per omaggiare la scomparsa, avvenuta lo scorso anno, di Frattini. Tutto è rimandato a data da destinarsi.
L’unica attività che stiamo portando avanti è quella online. Noi, oltre che recitare nei teatri, siamo anche docenti.
Abbiamo diversi gruppi che seguiamo, dai bambini a quelli più grandi. Purtroppo ci sta mancando molto l’empatia, vero volano per imparare, che solamente un insegnamento de visu può dare. Questa componente è sempre stata decisiva per noi. Coi più piccoli facciamo anche più fatica – rispetto agli adolescenti che sono più autonomi – perché c’è bisogno di un’assistenza da parte dei genitori.
A livello economico noi siamo fermi da Marzo. Da quel mese in poi non abbiamo fatturato nulla. Fortunatamente non abbiamo mai fatto il passo più lungo della gamba, è altrettanto vero che non possiamo reggere tanto. Potremo resistere per altri 2 mesi, poi la vedo dura. E’ vero che siamo un’associazione culturale, è altrattanto vero che siamo abbastanza grandi e siamo molto strutturati. Abbiamo ancora tutti i costi accesi, dai professionisti che ci seguono, alle tasse che dovrò pagare a metà mese. Speriamo in un aiuto concreto da parte dello Stato. Di fatto siamo stati tra i primi a chiudere e, verosimilmente, saremo gli ultimi ad aprire.

La mia sensazione è che si possa riprendere per Settembre, lavorando ai progetti che avevamo in programma. Il mio timore deriva, invece, dalla paura che ormai si è diffusa: quanto occorrerà perché, svanito il pericolo del virus, si torni alla normalità?
Come ultima cosa, però, voglio mandare un messaggio di ottimismo. Agire col sorriso in faccia è sempre stato il nostro marchio di fabbrica.

Carlo Alberto Lanciotti

“Il nostro ultimo spettacolo risale al Carnevale di Gaeta, dopo sono seguiti un paio di giorni di caos fino al blocco decretato dal Governo. Di fatto siamo fermi da quel momento. La mia speranza è che si possa riprendere e salvare almeno la stagione estiva, provando a tornare a lavorare da Agosto in poi, visto che non credo che ci siano margini per Giugno e Luglio. Oltre ad essere presidente della Compagnia teatrale, sono anche il Presidente dell’ANAP (Associazione Nazionale Arti Performative). Nei vari confronti che abbiamo avuto col Governo non sono mancate pressioni – abbiamo anche lanciato una petizione online – per cercare di salvare il salvabile. Chi lavora in teatro è abituato a stringere la cinta, a riutilizzare i chiodi piegati… La riapertura ai fedeli delle celebrazioni liturgiche ci permette di pensare positivo circa la nostra ripresa – sempre agendo nel rispetto dei dettami di sicurezza imposti dalla situazione emergenziale – delle attività, visto che il 90% dei nostri spettacoli sono all’aperto. Spesso sentiamo parlare da parte del Governo, sia esso centrale o locale, del mondo dello spettacolo, legato a quello turistico, come un volano per l’economia nazionale. Ritengo che questa volta sia l’occasione per ripensare tutto il sistema (a partire dal Fondo Unico per lo Spettacolo), senza sovvenzioni non si riesce ad andare avanti. Spesso sentiamo parlare di Stato come un ente rarefatto che deve pensare e provvedere a tutto, dimenticando, però, che siamo noi. Noi vogliamo riprendere perché non vogliamo pesare sulla collettività.”

Paola Lucidi

Noi abbiamo sospeso le attività dal 3 Marzo. Sono tornata in sede da tre giorni ed ho avuto la sensazione di sospeso nel tempo, derivante dalla repentina interruzione. Avevamo un debutto ai Filarmonici il 18 di Aprile, naturalmente lo abbiamo dovuto annullare. Ad oggi abbiamo proposto un laboratorio per i più piccoli, in consorzio con altre associazioni, per provare a sopperire alla mancanza di relazione tra i nostri ragazzi. Noi abbiamo sempre improntato il nostro metodo di insegnamento in un approccio fisico e relazionale, questa modalità, infatti, ci ha portato a non considerare le lezioni di recitazione online. L’unico canale che abbiamo aperto (via streaming) riguardano le lezioni di dizione, una proposta insolita per noi, ma che abbiamo voluto fornire gratuitamente visto il rientro in città di uno studente della “Garrone” di Bologna.
Alcuni illustri attori hanno proposto di aprire – naturalmente nel rispetto delle norme di sicurezza – i teatri, far vedere le prove degli spettacoli. Io sono un po’ scettica. Per me le prove sono un momento di libertà, la presenza del pubblico potrebbe spostare l’attenzione troppo sull’aspetto performativo. Ad oggi non riesco ad immaginare l’evoluzione della situazione, in vista di un ritorno alla normalità… Il mio desiderio é quello di provare a portare avanti dei piccoli progetti, ma che possano ancora farci respirare il famoso: qui ed ora. Nel teatro questa frase è fondamentale.

 

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