Falco e Curzi sulla bocciofila: «Tolta la gestione con una scusa»


SAN BENDETTO DEL TRONTO – I due esponenti della politica sambenedettese cercano di accendere le luci sulla questione della bocciofila, raccontando degli ultimi sviluppi che hanno investito quella struttura. Ecco l’analisi che ci forniscono.

Vale la pena di spendere qualche parola sulla vicenda della Bocciofila di Via degli Oleandri, affrontata dal collega cons. Domenico Pellei, che si è fatto promotore, sulla questione, di una interrogazione condivisa da tutta la minoranza consiliare.

Tale area comunale, acquisita al patrimonio comunale dal demanio in ragione della finalità sociale delle attività sportive e ricreative, sarebbe stata tolta all’associazione Bocciofila Sambenedettese, che la gestiva da molti anni, con la scusa di riqualificare e rendere decorose le aree circostanti, la qualcosa sarebbe compito precipuo dell’Amministrazione comunale.

Tale area, lasciata in stato di abbandono dal 2016, sarebbe stata a detta dell’assessore Tassotti concessa in comodato gratuito temporaneo, sino alla pubblicazione del bando per la sua assegnazione definitiva, ad una associazione neo costituita, che ne avrebbe avanzato richiesta, allegando una proposta progettuale e dichiarando di volervi svolgere non meglio definiti “stage gratuiti finalizzati a benessere di categorie più fragili”, con durata “sperimentale “ di tre mesi, assicurando il decoro delle aree circostanti.

Senza voler assolutamente mettere in discussione la competenza dell’associazione in questione, non è dato sapere se tale iniziativa dei privati sia partita per input dell’Amministrazione comunale, né se tali impegni siano stati assunti in modo formale, nè se le attività “benefiche” siano state meglio definite, ma è chiaro che tale area sia stata sottratta a chi gestiva da molti anni questo centro di aggregazione che accoglieva specialmente soggetti anziani, con modalità di affidamento di dubbia legittimità di un bene pubblico o sociale, facoltà concessa da un regolamento comunale, che però ha riguardo esclusivo a casi di evidente interesse pubblico e di palese urgenza e rilevanza di carattere sociale, e che non può essere comunque sovraordinato alla legge che presiede alla concessione dei beni pubblici, che dovrebbe seguire procedure ad evidenza pubblica. Infatti l’art. 8 del “Regolamento Comunale per la gestione del Patrimonio Immobilare” recita: “La Giunta Comunale può eccezionalmente assegnare beni immobili comunali in comodato gratuito ad enti o associazioni non aventi scopo di lucro, per rilevanti finalità umanitarie o culturali o sociali od ambientali”.

Non risultano nel caso di specie sussistere tali condizioni eccezionali, ed è noto che la Giunta comunale di regola può dare solo indirizzi, non indicare l’affidatario in modo diretto, forzando la lettera del regolamento ed in elusione alla legge. Vorremmo chiedere all’assessore allora ove risiederebbe l’interesse pubblico nel caso dell’occupazione della terra e della casa colonica donati al patrimonio comunale dai Rambelli in Via Valle del Forno da parte di soggetti di sua conoscenza…

Le perplessità di Falco e  di Curzi

A questo punto sorge spontaneo un interrogativo più che lecito, considerando l’usuale modus operandi dei nostri amministratori: non è che con la scusa del decoro e delle presunte attività gratuite in favore delle fasce fragili (ma non si parla di quelle a pagamento che pure sembra siano previste dalla proposta progettuale) si nasconde l’intenzione di creare tra tre mesi un bando ad hoc per affidare la gestione dell’area alla stessa associazione, ove magari sarà previsto come requisito l’aver gestito quella o aree analoghe, ad indirizzo sportivo-ricreativo, per almeno tre mesi? A questo punto non ci meravigliamo più dei politicanti ma dei dirigenti che si prestano a questi giochini di prestigio…Siamo comunque in attesa della convenzione che farà seguito alla delibera di giunta che ha stabilito questo particolare affidamento.

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