I Disoccupati Piceni: “Disuguaglianze, cogestione e assicurazione civica, é arrivato il momento per affrontare questi argomenti”

ASCOLI – “Il disagio economico-sociale aumenta di giorno in giorno, e colpisce in maniera differente la popolazione. Le disuguaglianze economiche sono sempre più evidenti, cresce la frattura tra i cittadini tutelati, che durante il lockdown, stanno a casa e percepiscono il 100% dello stipendio e quelli licenziati ormai da anni e sono stati abbandonati per colpa di politiche miopi e clientelari”. Lo dice il gruppo “Disoccupati Piceni”.

“Lo ripetiamo da tempo, occorre che ogni Amministrazione locale convochi Consigli comunali straordinari, e affronti questi argomenti; Come aiutare i cittadini senza lavoro e reddito, come rivitalizzare le zone industriali da anni abbandonate. I Comuni devono redigere l’elenco di tutti i cittadini senza lavoro e reddito, per capire realmente la gravità della situazione” spiegano.

“Ci domandiamo perché il ristoro a fondo perduto è limitato solo per alcune categorie? Sono anni che facciamo sacrifici, le poche risorse disponibili, devono essere ridistribuite, ovviamente iniziando da coloro che hanno i redditi procapite più basso. Lo abbiamo già detto, il Presidente lo ha ripetuto più volte, siamo in un momento di “guerra economica”, occorre responsabilità e buon senso da parte di tutte le istituzioni, perché in questi anni, sono emersi i sentimenti peggiori, egoismo, sfruttamento e disinteresse per i problemi degli invisibili. Basta con l’indifferenza e l’ipocrisia. Un esempio per tutti, nell’anno trascorso, si sono distribuiti in aggiunta a stipendi stabili già elevati, premi di risultato che arrivano a 36 mila euro, mentre ci sono migliaia di cittadini che ogni giorno vivono in bilico tra disperazione e miseria” proseguono.

“La settimana scorsa è stata varata la manovra da 40 miliardi, ma le risorse stanziate non raggiungono mai i più bisognosi. Si continua a ripetere sempre gli stessi errori, è giunta il momento di cambiare modello di sviluppo. Basta bonus e “sussidistan”, per le imprese che vivono di risorse pubbliche a fondo perduto, si devono imporre condizioni per impedire la chiusura oppure la delocalizzazione. Se veramente si vuole il cambiamento, si deve parlare di cogestione aziendale, assicurazione e salvagente civico. Il Paese ha bisogno di tutti, non possiamo lasciare nessuno indietro, altrimenti sarà inevitabile “il naufragio della nave Italia”. concludono

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