I Disoccupati Piceni: “Serve piano di sviluppo concreto per rilanciare l’occupazione”

ASCOLI PICENO – Riceviamo e pubblichiamo il comunicato a firma Disoccupati Piceni.

“Questa settimana presso il Piceno Consid si è svolta una conferenza sull’area di crisi complessa. Confermata la possibilità di prolungare di un anno la mobilità per i disoccupati, ai quali scade in quest’anno. La proroga è stata concessa per 12 mesi. Sicuramente è buon inizio, ma bisogna insistere e pretendere un ammortizzatore modulato alla precarietà per Tutti i disoccupati del Piceno, in attesa di una nuova occupazione.

Per affrontare questa grave crisi strutturale, occorre un intervento energico e straordinario. Il Piceno è stato prima devastato da una lunga crisi economica che ha portato alla chiusura di numerose aziende e attività private, poi è stato colpito da un sisma devastante. Ci rendiamo conto, che per i nostri comuni, provincia e regione, sono grandi ostacoli da affrontare, ma serve prima di tutto, l’unità e partecipazione di tutti, e ripetiamo tutti. Alla conferenza, in Ascoli molti posti erano vuoti, molte amministrazioni locali erano assenti, ci chiediamo perché? A Nereto alla stessa conferenza, non c’erano posti liberi, tutte le amministrazioni locali erano presenti e concordi con la Regione Abruzzo. Crediamo e siamo certi, per affrontare questa grave crisi serviranno investimenti più sostanziosi, almeno qualche miliardo. Il Piceno è purtroppo, la provincia con il più alto tasso di disoccupazione delle Marche e abbiamo anche il triste primato del “reddito più basso”. Chiediamo alle istituzioni locali, provinciali e regionali di fare “squadra” e chiedere l’intervento dei Ministri del Lavoro e dello sviluppo economico, “prima che questo problema sociale inizi ad avere i contorni sempre più preoccupanti”. Serve un piano di sviluppo concreto per i prossimi anni, occorre rilanciare l’occupazione con un nuovo modello economico e sostenibile. In primis, come molti cittadini incontrati, ci chiedono: occorre in attesa di nuova occupazione, aiutare tutte le famiglie, per favorire i consumi interni e fare ripartire il mercato.

Alcune amministrazioni, si sono mosse come quella del Comune di Ascoli, ma hanno limitato la possibilità di ricevere gli aiuti economici. Per ricevere il contributo, occorre avere un reddito annuo non superiore a 6000 euro, ovviamente questo limite esclude molte famiglie italiane. Ricordiamo che il reddito medio degli italiani nel 2016 è di 20.690 euro (Sole 24ORE Norme e Tributi) quindi sarebbe il caso di alzare questo limite dei 6000 euro. Altrimenti se si aspetta, che il reddito da 20.000 scenda sotto i 6000 euro annui, significa che il cittadino si è dovuto vendere la casa di proprietà. Inoltre, va detto che la soglia di povertà assoluta nel 2016, secondo l’Istat è di 837 euro. Una famiglia è assolutamente povera, secondo l’Istat, se sostiene una spesa mensile per consumi pari o inferiore a tale valore monetario 837 euro. Le amministrazioni dovrebbero iniziare a tenere conto di queste cifre.

Oppure più semplicemente, si deve intervenire, appena il cittadino perde il lavoro. Abbiamo ribadito più volte, il Comune di residenza, nella figura dell’assessore al lavoro, coordinandosi con i CIOF, dovrebbe intervenire per aiutare la persona a ritrovare un’occupazione. Qualora non ci riuscisse, almeno dovrebbe sospendere il pagamento delle tasse e provvedere alla sussistenza economica, come già avviene in tutti i paesi del nord Europa, attraverso un ammortizzare modulato alla precarietà del lavoro, che deve garantire un reddito e i contributi, come dichiarato la prima volta dall’Unione Europea nel 1992, è riaffermato dal Parlamento europeo il 19 gennaio di quest’anno, nella Risoluzione sui diritti sociali: al Punto 14 e al Punto 15. Se questa strada è troppo costosa, si potrebbe attuare il famoso slogan “Ridurre l’orario e lavorare Tutti”.

Molte persone ci dicono che serve anche migliorare il tessuto culturale del territorio, serve un ateneo universitario locale piceno, che deve diventare punto di riferimento per la nostra provincia. Le infrastrutture come indicato da alcuni imprenditori sono fondamentali e necessarie anche per ridurre i tempi e costi. Ci riferiamo, alla terza corsia autostradale per il tratto A14, almeno fino a Giulianova, se non è possibile, rafforziamo il binario adriatico, iniziamo a pensare al trasporto dei container e dei tir sui treni, sicuramente si ridurrebbero il traffico e l’inquinamento. Se questa soluzione non è realizzabile, pensiamo “all’autostrada del mare”, il mare è un’ottima autostrada per le merci e il turismo. Non dimentichiamo “l’internet veloce”, oggi diventato importantissimo per lavorare e comunicare con tutto il pianeta. La disoccupazione nel nostro territorio ha raggiunto delle percentuali elevate. Noi crediamo, che il problema debba essere affrontato, suddividendo i disoccupati secondo varie fasce di età e gli anni di versamento dei contributi pensionistici. Coloro che hanno già versato almeno 30 anni di contributi pensionistici e hanno superato i 50 anni età, crediamo sia utile ed economico permettere loro di andare in pensione. La gente che incontriamo nelle piazze, ci riferisce la necessità di introdurre un minimo e un massimo di anni per i versamenti dei contributi per raggiungere la pensione. Il lavoratore dopo avere versato 30 di anni di contributi dovrebbe potere scegliere se andare in pensione.

Allo stesso modo, se ci sono lavoratori che se la sentono di lavorare e vogliono raggiugere il massimo economico della pensione, possono lavorare per 43 anni. Contemporaneamente, il governo finanzia l’Industria 4.0, e la stessa commissione lavoro della regione marche, organizza audizioni sull’argomento, significa accelerare dell’automazione e dei nuovi robot nell’industria, che ovviamente sostituiscono la manodopera. Diventa fisiologico, che si dovrà lavorare meno e andare in pensione prima. Ci chiediamo se ha senso utilizzare risorse per riqualificare lavoratori ultrasessantenni, poi difficilmente ricollocabili nel mondo aziendale privato. I posti di lavoro devono essere riservati per i giovani, altrimenti assisteremo ogni anno alla fuga dall’Italia, “della nostra migliore gioventù”. Rinnoviamo l’appello, sosteniamo e finanziamo l’unica azienda  che non delocalizza, la Famiglia. Molti paesi di montagna e di mare si stanno invecchiando, se vogliamo cambiare questo trend, diamo per esempio 400 euro mensili alle neo mamme, fino al raggiungimento della prole alla maggiore età, sarebbe un bel segnale per le nuove famiglie. Chiediamo se è possibile, organizzare presso il Piceno Consid, un consiglio regionale straordinario, per affrontare e cercare risolvere questa crisi iniziata negli anni duemila, prima che questo problema sociale cominci ad avere i contorni sempre più preoccupanti.

Ricordiamo, una nostra delegazione sarà presente tutti i martedì e venerdì al mercato di San Benedetto del Tronto e i mercoledì mattina e giovedì pomeriggio ad Ascoli in Piazza Arringo. Ci rivolgiamo a tutti i Cittadini che decidono di dare liberamente il loro contributo per migliorare la vita della propria Comunità. Aderisci e dai una mano con la tua presenza al Gruppo “ Disoccupati Piceni”, inviando un messaggio al numero WhatsApp 334 7555 410 . Chi vuole seguirci siamo anche su facebook, basta cliccare “ Disoccupati Piceni”, ed essere informati sulle prossime iniziative”.

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