Il progetto “Oasi di Asterix” compie 17 anni

ASCOLI- Compie 17 anni  il progetto di educazione motoria “L’oasi di Asterix”, ideata dal professor Riccardo Spurio a favore dei bambini delle scuole del piceno.

Si sottolinea l’importanza dell’attività fisica, che va svolta fin da quando si è piccoli, attraverso insegnanti laureati in scienze motorie. Anche in questa edizione ci sono numeri importanti: sono ben 9000, infatti, i bambini coinvolti delle scuole del piceno, da Arquata fino a Grottammare. L’iniziativa ha il sostegno di 18 sponsor e del Comune di Ascoli. Tra le aziende sponsor ci sono Ciam, Ecoservices, Estra, Graziano Ricami, Fainplast, Picenogas, Panichi, Atf, Ciu Ciù, Colorado Cafè, Centro Auto plurimarche, e Bazar dell’Assassino.

“Investendo sull’attività motoria” dice Spurio  “Significa avere meno problemi a livello cardiovascolare, perché il cuore va allenato fin da piccoli. Lo sport fa bene al fisico e alla mente e ci fa ammalare di meno, facendo risparmiare sulle medicine.  Le istituzioni come la scuola, la famiglia, le aziende facendo quadrato, costruiscono qualcosa di buono per i bambini” dice Spurio.

Tra i principali eventi organizzati c’è “Bici a scuola”  organizzato insieme agli Amici della Bicicletta,  “Un cane per amico”, ideato insieme alla Ciam, con cui si faranno incontri con esperti sul comportamento del cane ma anche un corso sulla disostruzione delle vie aree insieme alla Croce Rossa e Fainplast e rivolta agli insegnanti e ai genitori.

A maggio ci sarà la festa nella scuola di Arquata per i bambini delle scuole del borgo piceno, mentre l’ultimo appuntamento che chiude l’edizione 2019 de “L’Oasi di Asterix”  sarà la festa finale in programma il 23 maggio al centro Ecoservices con tutti i bambini coinvolti nel progetto.

“L’attività fisica è fondamentale per la salute. E’ importante coinvolgere i bambini di questa età e intervenire precocemente aiutare a stare bene fin da piccoli” aggiunge la dirigente dell’Isc “San Filippo” Vincenza Agostini, mentre l’assessore alla Pubblica Istruzione Monica Acciarri conclude evidenziando che

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