Italia Viva si prepara alle comunali 2021: “San Benedetto deve ripartire, i cittadini siano protagonisti del cambiamento”

Italia Viva si prepara alle elezioni 2021 per il rinnovo del Comune di San Benedetto e parla della situazione della città rivierasca.

“Per fare un esempio che viene dalla cultura pop potremmo dire che San Benedetto è come la Ferrari. Ma non nel senso che normalmente richiama alla mente il nome dell’auto sportiva per eccellenza: la qualità costruttiva, l’eccellenza ingegneristica, il tutto legato ad uno stile unico ed al gusto tipicamente italiano.No. Nel senso che è come la Ferrari di Formula 1, quella di quest’anno: un’auto piena di problemi, che non riesce a competere per nessun traguardo importante e che quando viene messa a confronto con i suoi diretti avversari finisce spesso per fornire prestazioni assolutamente non all’altezza quando non esplicitamente imbarazzanti” dicono i renziani.

“Per tornare ad auto più comuni possiamo dire che San Benedetto è una macchina ferma, col motore in panne. Un’auto che ha cominciato ad ingolfarsi 15 anni fa, che già 10 anni fa mostrava tutti i propri problemi strutturali e che oggi, senza cambiare nulla, non ripartirebbe neanche in discesa e se la spingessimo tutti e 50.000.Ecco, questa è la situazione attuale. Tuttavia noi crediamo che la nostra città, in ragione della sua Storia, del lustro che ha saputo portare a questo territorio e della legittima aspirazione dei sambenedettesi a vivere in un posto migliore di come oggi è ridotto, meriti di più di gruppi organizzati che si limitano a contendersi il ruolo di chi porterà il rottame allo sfasciacarrozze” prosegue la nota.

“Italia Viva, dopo un ampio e franco dibattito interno, che lontano da ogni ricostruzione apparsa altrove, ha maturato con la piena condivisione dei dirigenti e militanti tutti (dirigenti e militanti tutti protagonisti e preziose risorse per il partito) la convinzione che sia giunto il momento di offrire alla mostra città un’offerta politica che sia veramente nuova.Ha scelto con serena umiltà di mettersi a disposizione della città per costruire un progetto ed un percorso civico, che faccia del recupero alla partecipazione attiva della vita di San Benedetto, la nuova linfa per riaccendere il motore di questa macchina straordinaria” proseguono gli esponenti di IV.

“Con serena umiltà, perché a noi pare oggi ineludibile né più rinviabile la necessità di superare la tradizionale contrapposizione ideologica tra centrosinistra e centrodestra che negli ultimi 15 anni ha congelato ogni viluppo del nostro territorio e ridotto il nostro Comune a terreno di scontro e terra di conquista per fazioni, spesso provenienti anche fuori dal Comune stesso. A San Benedetto da troppi anni ormai vige un clima di silenziosa e sfiduciata rassegnazione, in cui i cittadini fanno fatica a separare le delusioni maturate negli anni di governo del centrosinistra da quelle accumulate in questi quattro anni di gestione Piunti che non ha prodotto agli occhi della città alcun mutamento sostanziale o anche solo accettabile, e che se si prescinde dalla simbologia di partito, potrebbe apparire ad un osservatore distratto come la naturale prosecuzione delle esperienze che l’hanno preceduta” spiegano.

“Italia Viva, alle ultime elezioni regionali si è guadagnata coi numeri il ruolo di seconda forza del centrosinistra, ma la verità è che non abbiamo nessuna voglia di reinvestire quella fiducia al servizio del solito stanco progetto tradizionale, ma sentiamo il dovere di mettere a disposizione dei sambenedettesi un progetto innovativo affinché insieme ad altri che possono condividere queste nostre parole, lo facciano proprio, lo trasformino e lo usino per restituire a questa nostra città un orizzonte e una speranza. Non è scritto in un destino ineluttabile che San Benedetto debba finire così: debole, stanca, spaventata” dicono.

“Per farlo ha bisogno in primo luogo della forza e della voglia di mettersi in gioco dei cittadini. Noi vogliamo fare la nostra parte ed invitiamo quanti più cittadini possibili a riflettere su questo e a decidere se vogliono provare ad essere parte di un grande progetto di cambiamento o se, come accadrebbe insistendo in percorsi tradizionali di cui già abbiamo potuto tastare gli esiti, si accontentano come ha fatto spesso la politica ed in passato anche noi, di essere parte del problema quando possono essere parte della soluzione” concludono

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