Monica Guerritore, “Quel che so di lei”: la donna forte ritrova la consapevolezza

SAN BENEDETTO – Dalla prima stanza, quella del tradimento, alla seconda stanza della perdita felicità, fino alla settima in cui la protagonista ritrova la sua lucidità che la porterà però all’inevitabile epilogo, In “Quel che so di lei,”  Monica Guerritore, splendida ieri sera in sala consiliare ospite de Incontri con L’autore, racconta, grazie all’espediente narrativo, in ogni stanza un sentimento incarnato, un momento del Natale che conduce Giulia Trigona, di cui la storia narra, al femminicidio.
La protagonista del romanzo, chiacchieratissima e dal volgo presa per donna di tutti, sconta un tradimento in una liason con un uomo ricco e potente, al quale, come a tutti i ricchi titolati era, nella Belle Epoque senza diritti per le donne, concesso ogni vizio.
Il senso della storia della Guerritore si consuma nell’ultima stanza dove “La donna comincia a riprendere consapevolezza e l’uomo non riesce più a gestirla e la conduce all’inevitabile epilogo drammatico”. È ‘La stanza del no’, dove Giulia pronuncia il suo ‘no, non lo amo più’, a segnare la sua fine. E quel no, in quella negazione del sentimento fino a quel momento unico e dominante che prevale infine, e a condurla alla morte.
“Cosa succede”, indaga la Guerritore, “quando finisce una storia sofferta? Tiriamo un sospiro di sollievo, e ti senti forte… ma tua forza non vincerà mai sulla violenza, la donna è stata segregata per millenni in posizione di fragilità ma oggi può scandire il cambiamento”. “Secondo il sindaco Pasqualino Piunti” cita la Guerritore “oggi l’uomo si trova spiazzato, succede in tutte quelle cose che non sa governare: mette in campo una negazione del fallimento: per la serie chiudo i porti e faccio finta che non ci sono”.
Ma che cosa è la forza, l’amore, qual’é  il potere della donna oggi? “Non si può negare che alla base delle relazioni ci sia un’attrazione reciproca, in cui l’istinto naturale della storia porta avanti i maschi e lascia indietro la donna, protetta custode del focolare e uniforme nella sua sottomissione. Chi non si sottomette, paga con la vita. Nei secoli sono state uccise le streghe, le artiste, le intellettuali, le fisiche non sono state riconosciute. Ma oggi il maschio ha un problema:  la forza fisica non è più necessaria, a parità noi siamo più allenate, con il nostro modo multitasking di guardare al mondo. Questa è la forza della donna, la vista laterale, la percezione delle Donne che corrono con i lupi – un libro che consiglio a tutte” spiega l’autrice, attrice e protagonista del panorama cinematografico italiano contemporaneo.
Raggiungere la consapevolezza, secondo la scrittrice, è la vera liberazione. Ma per farlo l’educazione familiare sentimentale è importante. Anzi fondamentale. “Le sensazioni epidermiche hanno bisogno di un tempo psichico per fiorire in un’emozione. E oggi i giovani non hanno nemmeno tempo e modo di cimentarsi nell’esperienza di fare le cose, le ragazze vivono in una bolla virtuale e a 25 anni, vedo le mie figlie, sono delle ignoranti affettive. Tutto parte dai libri, dalla immedesimazione della lettura, la prima vera esperienza sentimentale, che permette di strutturare l’esperienza da costruire sul corpo andando avanti per tappe”. Le fa eco Mimmo Minuto, patron dell’incontro “Vero è che le donne nel mondo del libro prevalgono come lettrici sugli uomini per un 75 su un 25%”.
Partire da Giulia – realmente vissuta fino al 1911 quando fu uccisa dal suo amante – per dare un senso alle donne moderne è una licenza poetica eccezionale: prova ne è il fatto che il libro è alla terza edizione, e ha avuto un successo enorme.
Il sindaco Piunti – in chiusura dell’evento –  ha voluto sottolineare “il momento di grande levatura e spessore, con l’editore Zaccaria. Il ruolo della donna in contesto italiano in cui è dotata di mille occhi, mentre all’uomo non ne restano che due, oggi che è esaurita l’epoca della forza fisica, comporta l’inevitabile inadeguatezza dell’uomo che non sa adeguarsi al percorso e cerca di ribadire il suo ruolo con la violenza”.
C’è anche il riscatto degli sconfitti nella storia di devastazione che insegna che “l’educazione sentimentale per le donne è fondamentale perché le fa cadere vittima di amori che tolgono la lucidità. L’amore romantico, inteso come unico viatico per abbandonarsi alle suggestioni, sensazioni, porta a inforcare un paio di occhiali, e farsi raccontare una storia diversa, in cui si rischia l’epilogo tragico con tutte le sue conseguenze” spiega la Guerritore.
Conclude: “Consapevolezza e leggerezza, con la ragione in luogo di guida. Togliere questo patos e raccontarci in maniera più leggera, non amare meno, ma amare meglio. Perché un piccolo granello può rompere un ingranaggio da tempo vizioso e questo granello è la consapevolezza.
La vista laterale del lupo – tipica delle donne – ci fa percepire che li c’è un problema, ma non lo vogliamo vedere. Vediamo che le donne che subiscono violenza non denunciano perché dicono ‘mi ha amato’: subiscono per non rovinare l’idea dell’amore romantico che fu” . E lancia un appello “Non abbiate paura di uccidere l’idea dell amore perché siamo nel 2019, e la donna ha bisogno anche della ratio virile, del maschile che nella donna c’è e si trasforma nell’istinto ad amare, ma con lucidità, stavolta”.
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