Nelle Marche persi 41mila posti di lavoro in otto anni nel settore privato

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ANCONA – La segretaria regionale della Cgil Daniela Barbaresi commenta i dati Inps elaborati dall’Ires Marche che confrontano il mercato del lavoro 2008 con quello del 2016: “Nelle Marche piccola ripresa occupazionale ma è diminuita la qualità del lavoro”.

Nel 2016 nelle Marche risultavano occupati 394mila lavoratori dipendenti privati. Un numero che torna a crescere per la prima volta dopo diversi anni con un incremento di circa 6mila lavoratori (+1,5%) rispetto all’anno precedente. “Un incremento positivo- sottolinea Barbaresi- ma inferiore sia al dato nazionale sia alla media delle regioni del Centro. Si tratta poi di un incremento ancora lontano dal compensare la notevole perdita di posti di lavoro registrata dall’inizio della crisi”. Rispetto al 2008 infatti, i lavoratori dipendenti sono diminuiti di 41mila unità (-9,5%). Un calo particolarmente importante se raffrontato con quello medio nazionale (-1,1%) e, soprattutto, se si considera che, nelle regioni del Centro, il numero dei lavoratori dipendenti è tornato ad essere superiore a quello di 8 anni fa (+1,5%). Il maggior numero di lavoratori si registra nella meccanica con 57.179 dipendenti (+1,9% rispetto al 2015), seguono calzaturiero-abbigliamento (35.687 lavoratori, – 3%) e mobile con (25.529 addetti), -3,1% entrambi in calo (rispettivamente -3,0% e -3,1%). In calo anche l’edilizia che passa a 19.136 addetti (-3,9%) mentre registra un segno positivo il settore chimico-gomma-plastica (18.706, +1,5%). Nel commercio ci sono 54.341 dipendenti, 45.435 i dipendenti di attività informatica, ricerca, studi professionali e altri servizi per le imprese (+8,5%).

Crescono anche turismo e ristorazione dove lavorano 34.829 dipendenti (+3,5%), servizi sanitari e socio-sanitari con 19.426 lavoratori (+4,9%). “Se, da un lato, si assiste a una ripresa dell’occupazione, non va sottovalutato il fatto che siamo ancora molto lontani dalla dimensione occupazionale pre-crisi, soprattutto nei principali settori manifatturieri dove i lavoratori continuano a diminuire – continua Barbaresi-. Il mercato del lavoro nelle Marche ha subito una trasformazione peggiorativa della qualità dei rapporti di lavoro sia in termini di incremento del lavoro precario e a tempo parziale sia in termini di ore lavorate. Il decremento costante dei contratti a tempo pieno e indeterminato e’ il segnale di un deterioramento della qualità del lavoro, in una regione dove la componente manifatturiera è sempre stata forte”. Nei territori si è registrata una crescita del numero dei lavoratori dipendenti privati piuttosto uniforme con incrementi che vanno dall’1,6% ad Ancona e Pesaro e Urbino a +1,4% ad Ascoli Piceno e Fermo a +1,2% a Macerata. Incrementi ancora lontani da recuperare i posti persi rispetto al 2008. La provincia di Pesaro e Urbino è quella dove si è registrata la contrazione maggiore con 11mila lavoratori in meno (-10,5%), seguita da Ancona (-14mila lavoratori pari a -9,7%), Macerata (-8mila lavoratori, pari a -9,1%) e da Ascoli e Fermo (-8mila lavoratori, pari a -8,3%). I lavoratori di genere maschile sono infine 219mila (55,7% del totale) mentre le lavoratrici sono il 44,3%. I giovani lavoratori con meno di 29 anni sono 71mila (17,9% del totale). “Nelle Marche – conclude- è necessario invertire al più presto queste tendenze. La sfida della competitività non può che passare attraverso la qualità del lavoro e dell’occupazione, e sulla valorizzazione delle competenze che il lavoro può e deve esprimere: su questo terreno, il sistema delle imprese marchigiano si gioca il futuro”.

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