Origlia (Iv): ” Come deve essere il futuro della sanità marchigiana post Covid?”

ASCOLI – La coordinatrice provinciale di Italia Viva Maria Stella Origlia analizza la situazione del sistema sanitario regionale.

” Questa brutta stagione, dalla quale tuttavia non siamo ancora usciti, deve far riflettere i decisori politici e coloro che si accingono a rivestire ruoli importanti nella nuova compagine dell’amministrazione regionale. Anche per le Marche occorre rivedere i programmi che attengono alle politiche sanitarie, attraverso un forte impegno nel settore che più incide sulle competenze del bilancio della Regione.Sicuramente occorre investire in azioni che potenzino la sanità pubbica, attraverso programmi e progetti che insistano sui fondi dedicati che l’Europa metterà a disposizione (vedi MES)” dice.

“La scienza medica dovrebbe suggerire quali siano le categorie di intervento da potenziare, mentre la politica ha il compito di individuare gli interventi normativi che mettano in campo scelte efficaci, coraggiose, economicamente importanti: non vi è dubbio che la popolazione lamenta mancanza di personale medico e infermieristico che, per tali modelli organizzativi, è sottoposto a turnazioni estenuanti, vista l’esigenza di dover ricoprire servizi essenziali h24” dice.

“Italia Viva ha più volte suggerito che sarebbe urgente ad esempio utilizzare i fondi del MES per potenziare i pronto soccorso in tutta la nazione; è urgente ripensare ad un Piano Socio Sanitario che tenga conto delle caratteristiche della popolazione di riferimento, delle strutture attualmente distribuite sul territorio regionale, garantendo equità e appropriatezza di cure in tutte le aree, da quelle montane a quelle costiere, passando per i centri urbani più popolosi. Occorre finalmente concentrare l’impegno sulle strumentazioni a disposizione del personale medico, sulle professionalità attualmente in forza al sistema, sulla valorizzazione di risorse professionali, sul potenziamento della ricerca e sull’innovazione” spiega Origlia.

“Gli interventi programmabili, in elezione, si possono anche fare in strutture centralizzate dove l’elevato numero di casi operati, aumenta il grado di affidabilità e successo dell’intervento stesso.  Gli ospedali locali devono avere area critica e PS efficienti con quantità di personale specializzato . Le liste di attesa potrebbero essere decongestionate attraverso una incentivazione del personale dipendente del SSN, piuttosto che optare per convenzioni con strutture private”

“La medicina sul territorio è l’altro settore da rivisitare; sarebbe fondamentale per potenziare il servizio l’attivazione della figura dell’infermiere di famiglia, da affiancare al medico di medicina generale. Il decreto Balduzzi sicuramente non favorisce le esigenze di un territorio come quello della Regione Marche che complessivamente conta poco più di un milione e mezzo di abitanti: la garanzia della salute pubblica non può soggiacere al numero di abitanti che insistono in un determinato territorio” conclude.

 

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