Preferenza di genere, esultano le Democratiche del Piceno: “Una bella giornata per le Marche”

ASCOLI – Grande soddisfazione dalla componente femminile della segreteria provinciale del Pd Cristina Capriotti (resp donne Dem) Sara Calisti (Resp Organizzazione) ed Emanuela Di Cintio (resp circoli PD) per la nuova legge elettorale approvata ieri in Consiglio Regionale che prevede anche la doppia preferenza di genere.

“Tre i punti salienti sulla nuova legge che ci sentiamo di condividere in toto: la doppia preferenza, la rappresentanza di genere ed il premio di maggioranza. Vogliamo ringraziare innanzitutto l’assessora Manuela Bora e la Vicepresidente Anna Casini perché in questi anni non hanno mai perso la determinazione per il raggiungimento dell’obiettivo della doppia preferenza, anche a costo di aspri momenti di confronto. Ma un grande grazie va a tutte le associazioni e movimenti che hanno spronato la politica a muoversi. Come partito democratico siamo orgogliose di essere stati gli apripista per questa riforma storica per le Marche. Anche nel Piceno non siamo state ferme” sostengono le dem.

“Noi donne, presenti in ogni ambito della società civile, dalla ricerca al lavoro passando per l’impresa e le associazioni, continuiamo a non trovare la giusta rappresentanza e riconoscimento nelle istituzioni. Con questa legge, a partire dalla rappresentanza di genere nelle candidature passando poi per la doppia preferenza di genere, saremo in grado di avere un riequilibrio. Ad esempio ad oggi nelle Marche su 31 consiglieri, solo 6 sono donne. La nuova legge consentirà di non avere più questa impari rappresentanza femminile”- finalmente una democrazia paritaria- proseguono Calisti Capriotti e Di Cintio
“Come detto all’inizio, la nuova legge non prevede solo la doppia preferenza di genere, si va finalmente a legittimare pienamente la coalizione vincente anche con una maggiore trasparenza nelle alleanze. Unico rammarico l’occasione storica persa dalla destra nel non votare la legge nel suo intero. Ma non ci meraviglia: nella storia c’è chi -come i democratici guarda al progresso e chi al contrario, al conservatorismo” concludono Capriotti, Calisti e Di Cintio.

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