Tartufo, pronto un progetto per valorizzarne la coltivazione

ASCOLI – Valorizzare la coltivazione del tartufo nel territorio: la Cia Agricoltori Ascoli, Fermo e Macerata è tra i principali promotori del progetto.

«Insieme all’Università Politecnica delle Marche e all’Università di Urbino – ha detto il direttore della Cia Massimo Sandroni – stiamo realizzando un progetto di innovazione finalizzata a testare alcuni aspetti della coltivazione del tartufo». L’innovazione e la ricerca sono fondamentali per lo sviluppo della tartuficoltura. «Anche nel seminario che abbiamo organizzato ad Acquasanta – ha aggiunto Sandroni – è emersa l’importanza della ricerca per migliorare gli standard qualitativi del prodotto e aumentare le quantità».

La tartuficoltura può rappresentare una importante opportunità di sviluppo del sistema economico dell’entroterra.

«Nel Piceno – ha spiegato l’agricoltore Cristiano Peroni – il tartufo si trova in tutte e nove le tipologie che vengono commercializzate. Le specie che si trovano nell’entroterra del Piceno, ma che non si possono coltivare sono il bianco pregiato, il brumale, il moscato, il nero ordinario e il bianchetto. Le specie coltivate in provincia di Ascoli sono il nero pregiato e lo scorsone».

Il bianchetto è un tartufo poco conosciuto che si trova nel territorio dell’ascolano dal gusto particolare e viene preferito e richiesto in maniera consistente dagli operatori stranieri e quindi viene esportato. «Le aree in cui vengono coltivati i tartufi – prosegue Peroni- sono la zona di Roccafluvione fino ad Amandola, ma anche nell’area di Acquasanta. Da recenti studi compiuti sul terreno abbiamo riscontrato che è possibile coltivare il tartufo fino ad Ascoli. Infatti nella zona che dalla città arriva fino a Mozzano il terreno risulta particolarmente adatto sia per trovare i tartufi e sia per coltivarli».

«Rispetto al passato si è innalzato il livello della quota di coltivazione – conclude -. Il riscaldamento del suolo permette la coltivazione del tartufo anche a quote più elevate delle montagne  e questo potrebbe costituire un importante opportunità. Da pochi giorni si è conclusa la stagione di raccolta del tartufo bianco. La qualità che abbiamo riscontrato è particolarmente buona mentre per quanto riguarda la quantità non è stata particolarmente eccezionale.  Da qualche giorno è iniziata la stagione di raccolta del nero pregiato che si concluderà a marzo. Quest’anno i tartufi hanno dovuto subire le conseguenze del meteo. Infatti, il caldo che ha caratterizzato la stagione autunnale non ha certamente favorito lo sviluppo del prodotto».

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