Ubaldi (Ance): “I due bonus sono una grande opportunità”

ASCOLI – Il Governo centrale ha da poco varato due bonus (“ecobonus” e “sismabonus”), due manovre che si candidano ad essere dei crocevia per la ripresa di un settore prima, di una Nazione poi. Abbiamo sentito Massimo Ubaldi, presidente dell’Ance di Ascoli Piceno. Gli abbiamo chiesto un parere circa l’andamento, la ripresa e le aspettative che ha riguardo tutto il mondo dell’immobiliare.

I due bonus e gli effetti  previsti

I due bonus sono una grande occasione, una grande opportunità per rimettere in moto un mondo che aveva iniziato a mostrare dei segnali di ripresa sul finire del 2019. La pandemia ha bloccato questo processo. La maggior parte dei nostri plessi sono, mediamente, di almeno trent’anni. Dati alla mano: abbiamo visto che prima di Aprile la percentuale d’inquinamento nell’aria non era sensibilmente diminuita. Abbiamo dovuto attendere che si iniziasse ad avere un innalzamento delle temperature – ed il conseguente spegnimento delle caldaie – per riscontrarlo. L’ecobonus si candida ad essere un incentivo per l’ammodernamento di questi impianti, abbattendo i consumi e diminuendo le particelle inquinanti emesse dagli stessi. Ancor più rilevante – per la nostra zona – sarà il “sisma-bonus”. Sappiamo anche che Legnini ha chiesto un pacchetto di incentivi per renderlo ancor più efficace e facilmente attuabile. Diventerà una manovra in grado di restaurare gli edifici presenti nel Piceno, per adeguarsi ai criteri di anti-sismicità. L’Ance ha calcolato che questi due bonus avranno un impatto diretto di sei miliardi di euro, indirettamente, invece, saranno ben ventuno. Naturalmente abbiamo bisogno, per realizzare tutto questo, che queste due agevolazioni diventino moneta fiscale. Da quando sono attivi i bonus molte aziende hanno avuto problemi a gestire pagamenti posticipati di un anno. A questo andrebbe aggiunto anche un altro discorso: una rapidità nella mutazione del cambio di destinazione d’uso.

Provare a seguire i cambiamenti che il mercato richiede

Io sono dell’idea che sia sempre il mercato a decidere. Il compito dei proprietari degli immobili, degli imprenditori e del Governo è cercare di assecondare queste richieste, rimuovendo alcuni passaggi burocratici. Serve rapidità nell’assegnazione delle gare d’appalto e serve un controllo – questo non può mai mancare – sulla serietà dell’azienda vincitrice. Non tutte possono permettersi derminati ribassi, questo è chiaro. Parlavo del mercato e dei suoi mutamenti; in Ancona abbiamo una struttura estremamente moderna e domotizzata. Gli utenti affittano una stanza senza incontrare nessuno, pagando tutto con la carta di credito. Quando hanno terminato il proprio soggiorno, dopo un’ora arriva la ditta delle pulizie che disinfetta la stanza. Questa realtà ha un tasso di occupazione dell’ottantacinque per cento. Il cliente moderno sta andando sempre più verso un sistema di libertà da derminati vincoli: vuole arrivare quando dice lui, vuole mangiare dove sceglie lui e non vuole più passare per la reception… Non sempre paga la scelta di fare enormi alberghi o affittacamere, ci sono delle città che stanno cercando di attuare una conversione di stabili perchè non hanno più richiesta. Dobbiamo farci trovare pronti a seguire questi cambiamenti, altrimenti resteremo con modelli superati o offerte turistiche anacronistiche.

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