Violenza di genere: aumentano le denunce nelle Marche

534 sono le donne, che nel 2018, si sono rivolte ai Centri antiviolenza (CAV) delle Marche (69 delle quali ad Ascoli),  molte in più rispetto alle 409 dell’anno prima. Un’impennata dovuta non a un aumento dei maltrattamenti, bensì ad una crescita delle richieste d’aiuto in merito a un fenomeno spesso celato tra le mura di luoghi ritenuti sicuri. Ciò “indica – ha detto l’assessora alle Pari Opportunità Manuela Bora, che ha anticipato in Giunta regionale i dati della relazione annuale – una più adeguata capacità dei servizi sul territorio di offrire risposte appropriate e rassicuranti alle donne vittime di violenza per aiutarle a superare paure e timori e garantire tutele appropriate”. Sono migliorati i CAV, è stato inserito il Codice Rosa nei Pronto Soccorso, è stato abolito il ticket sanitario per le prestazioni alle vittime e ai loro figli, ma soprattutto, ha aggiunto la Bora, è stata creata la rete che ha legato istituzioni e servizi e è stata intensificata l’attività di prevenzione. I dati rivelano che le donne che si sono rivolte ai CAV sono principalmente italiane (74%), coniugate (45,4%), con un diploma di scuola media superiore (44,8%) o una laurea (22%). Rivelano inoltre che la violenza è in prevalenza “domestica”, perpetrata da uomini di nazionalità italiana (74%), spesso mariti, fidanzati o ex, con un lavoro stabile (57,9%) e un livello di scolarizzazione più basso rispetto alle loro compagne e che, infine, i figli sono di solito testimoni e vittime a loro volta.

L’Istat, con una pubblicazione di pochi giorni fa, ha rivelato, che nel 2017, una donna su mille ha chiesto aiuto a uno dei 281 centri sparsi lungo la Penisola e che tra queste, due su tre, hanno iniziato un percorso di uscita dalla violenza, con percentuali più alte al nord.

Diverse sono le modalità tramite le quali le donne sono entrate in contatto con i CAV, come per esempio chiamando il 1522 (numero anti violenza e stalking, gratuito e attivo 24 h su 24 tutti i giorni dell’anno) o recandosi presso le sedi di zona.

I servizi offerti dai centri sono molteplici e non omogenei: accoglienza, supporto psicologico, assistenza legale (resi dalla quasi totalità dei CAV), accompagnamento nel percorso verso l’autonomia abitativa, quella lavorativa o verso l’autonomia in generale, sostegno alla genitorialità, supporto ai figli minori e mediazione linguistica (questi ultimi tre costituiscono i meno diffusi). Inoltre l’85,8% dei CAV per gestire le situazioni di emergenza è collegato a case rifugio.

I dati evidenziano tuttavia le notevoli differenze che intercorrono tra i centri in riferimento alle dimensioni e ai servizi offerti. Molti inoltre non hanno alcuna rete territoriale alle spalle, cosa che dipende dagli investimenti delle amministrazioni locali e regionali.

5 sono i CAV della Regione Marche, nell’ascolano è operativo il Centro “Donna con te” gestito dalla cooperativa sociale On the Road. A questo link tutti i contatti: http://www.ontheroadonlus.it/contatti/?sa=contatti_violenza&fbclid=IwAR3ubTWs57Rvz1v-JenRxWoT9yTatnhXCZrWW2aVIdC2Wf5E6XMJ0MZwdWA

I numeri:

281 Centri antiviolenza (CAV) in Italia

5 nella Regione Marche

43.467 le donne che vi si sono rivolte nel 2017

534 quelle che lo hanno fatto nelle Marche nel 2018

69 ad Ascoli

 

Silvia Totò

Print Friendly, PDF & Email

Articolo Precedente

Diagnosi precoce del deficit visivo nei neonati prematuri: gli ospedali di Ascoli e San Benedetto nel network nazionale 

Articolo Successivo

Gli alunni dell’Istituto “Don Giussani” in visita alla caserma dei Carabinieri