Capriotti (Pd): “Non è etico spendere soldi pubblici per combattere la satira”

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Infuriano le polemiche sull’annunciata querela del Comune ai finti profili social in cui compaiono gli amministratori pubblici.  Il consigliere del Pd, Tonino Capriotti, ha protocollato la richiesta di accesso agli atti: vuole approfondire la determina con cui è stato dato mandato all’avvocato Forlini di procedere con le querele.

“Il fatto che un Amministrazione comunale – tuona Capriotti – all’insaputa di chi la rappresenta spenda i soldi dei cittadini per verificare se ci fossero gli estremi di una querela ai sensi dell’articolo 434 del c. p. la dice lunga sulla sua autorevolezza.  Tra l’altro il fatto che il sindaco si distacchi da questa decisione dimostra ancora di più la situazione all’interno del Comune.

Voglio evidenziare che all’interno dell’ultima determinazione dirigenziale (n. 859 del 7 agosto scorso) non è menzionato nessun parere dell’ufficio legale del Comune. Pertanto sembrerebbe che la decisione sia stata presa autonomamente dal dirigente. Ritengo pertanto, senza entrare nel merito, che sia importante prima di procedere sapere cosa ne pensano la giunta e l’ufficio legale del Comune, acquisendo i loro pareri scritti.

Infine mi permetto di suggerire un atteggiamento più leggero nei confronti della satira, che ritengo faccia sempre molto bene a chi amministra, alla luce dei consigli che lo stesso sindaco elargiva in modo satirico quando era all’opposizione”.

“Non è etico – l’affondo di Capriotti –  utilizzare soldi pubblici per combattere la satira. Da ultimo, quali sono stati i criteri che hanno determinato la scelta di un avvocato al posto di altri? E se il parere fosse favorevole o dubbio che farà questa amministrazione? Spenderà altri soldi pubblici? Vista la situazione del bilancio comunale mi permetto di sconsigliarla, e di utilizzare le proprie risorse per fini più nobili”.

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