De Panicis: “Alberghi situazione difficile, aprire con elevate responsabilità”

presidente Associazione Albergatori

SAN BENEDETTO DEL TRONTO -Come organizzare l’accoglienza in sicurezza e cercare di conciliare le esigenze dei turisti al rispetto delle norme? Gaetano De Panicis, presidente dell’associazione albergatori della Riviera, fa il punto della situazione degli hotel nell’estate 2020. Il coronaviris fa ancora paura ma il generale rilassamento in relazione ai dispositivi di sicurezza è ancora più sconcertante.

Come sarà l’estate 2020? Sarà ricordata come quella della pamdemia?
“Sarà un’estate di attenzioni sia per gli ospiti, sia per i sambenedettesi, ma anche per i collaboratori. Bisogna fare ancora attenzione: il virus si fa ancora sentire e fa ancora paura. Se la guardiamo dal punto di vista delle Marche adesso siamo a zero contagi. Ma l’Italia è fatta anche del sud, che il mare ce l’ha. E del nord che ha avuto un problema pesante. Lombardia, Piemonte e Veneto, tra tutti. Quella del 2020 sarà ricordata come un’estate sotto tono caratterizzata dall’allarme sanitario. Magari va bene: a estate iniziata le cose possono migliorare”.
Come vi state organizzando per affrontare la situazione? Gli alberghi riapriranno tutti?
“Non lo so, la situazione è difficile: molti ci stanno pensando perché appunto la situazione è gravosa e vengono molto responsabilizzati. A differenza degli altri esercenti. Anche se la malattia viene contratta in altro luogo, l’albergo subisce la situazione  più problematica in caso si ammali un ospite. Infatti non ci sono protocolli per il turista, che viene considerato malato normale. É più complicato che in tutti gli altri settori: le altre attività hanno una relativa responsabilità, con il personale e il turista che però consuma il servizio e va via. Invece da noi soggiorna. Che fare in caso di febbre o sintomi? La voglia di aprire e la forza di affrontare situazione difficili ci sono e riapriranno il 90% delle strutture. Poi servirebbero gli aiuti dell’amministrazione, considerato che gli alberghi aperti portano ricchezza come nel caso della tassa di soggiorno. Si potrebbe cercare di concedere la rateizzazione delle spese e così venire incontro agli albergatori”.
 Sarà difficile, dicono molti esercenti balneari, evitare gli assembramenti. Come funzionerà negli spazi comuni degli hotel?
 
“Il problema è stato risolto affittando metà delle camere. Sono previste metà presenze per dare più spazio ai clienti in sala e nei luoghi comuni. Tutte le realtà si stanno organizzando per la sicurezza. Gli alberghi hanno un po’ più di regole. In albergo se il cliente arriva dalla Lombardia e poi accusa febbre si dovrà affrontare la situazione: chi mettere in quarantena? Il soggetto e separare la famiglia?  Sembrerebbe che non debba andare in quarantena l’intero hotel. Questo non accade per i ristorante, le pizzeria e i bar, dove non si soggiorna ma si transita solamente. Ci sono dei protocolli, quelli per trattare il malato. Non ne sono stati fatti ad hoc per il turista”.
 Avete ricevuto conferme dalla clientela storica? Come stanno andando le prenotazioni? A quando i primi arrivi da fuori regione?
“Le prenotazioni sono ferme, come se fosse marzo, siamo indietro. Non si sapeva quando si poteva sconfinare fino a poche settimane fa, poi si è diffusa la notizia del 3 giugno. La Lombardia è un bacino da cui ancora non si sa chi arriverà. Ad oggi siamo al 10% delle prenotazioni nelle strutture. Gli hotel si riempiono con prenotazioni da gennaio all’apertura, che poi continuano durante l’estate. E quest’anno da gennaio abbiamo avuto due mesi di stop.
L’apertura sarà a fine giugno, primi di luglio. La paura e il fattore economico, le scuole che riapriranno i primi di settembre, le ferie già consumate in alcuni casi, non sono elementi che delineano prospettive rosee. E anche se italiani non andranno all’estero, alcuni non si muoveranno per paura, alcuni per via del fattore economico: la stagione sarà al 50%. Nella migliore delle ipotesi”.
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