Centro Agroalimentare, la società punta all’acquisto delle quote regionali


SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La Regione potrebbe vendere la propria quota del Centro Agroalimentare alla società, che la amministrerebbe attraverso un consorzio di gestione. Il futuro della partecipata di Contrada Valle Piana sembra sempre più lontano dalla liquidazione totale.

Sarebbe questo infatti l’accordo di massima preso fra il vicepresidente del CaaP, Corrado Di Silverio, e il governatore delle Marche, Luca Ceriscioli. I dettagli sono ancora da definire, ma l’incontro del 30 dicembre ad Ancona si sarebbe imperniato su una piena convergenza d’intenti.

«La cosa che mi ha colpito di più è la visione di sviluppo e la piena conoscenza delle potenzialità del Centro Agroalimentare da parte del presidente Ceriscioli – dichiara Di Silverio – cosa che purtroppo è mancata ai rappresentanti del nostro territorio». Il riferimento, ovviamente, va alla vicepresidente delle Marche Anna Casini, sostenitrice della liquidazione delle quote.

L’incontro del consiglio d’amministrazione e presidenza del CaaP con i vertici della Regione è stato fissato a lunedì 3 febbraio, in occasione della commissione Affari Istituzionali.

Durante il prossimo rendez vous le parti dovrebbero scoprire le carte. Come detto, Palazzo Raffaello venderebbe il proprio pacchetto, pari al 33,87%, ai soci del CaaP. La quota ha un valore di circa 2 milioni di euro. All’interno della società, poi, si formerebbe un consorzio di gestione. Un’entità simile al Comais, formato da soci pubblici e privati e associazioni di categoria. La redistribuzione delle quote all’interno della società è prevista dall’articolo 2347-quater del Codice Civile. Una norma richiamata dal Testo Unico delle Società Partecipate qualora un socio attui il recesso.

L’articolo in questione, al primo comma, recita: Gli amministratori offrono in opzione le azioni del socio recedente agli altri soci in proporzione al numero delle azioni possedute. Se vi sono obbligazioni convertibili, il diritto di opzione spetta anche ai possessori di queste, in concorso con i soci, sulla base del rapporto di cambio”.

A seguito della dismissione, Palazzo Raffaello si impegnerebbe ad investire in alcuni progetti previsti per il Centro Agroalimentare, in ambito vendita e ricerca.

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